Qual è il problema del trading a zero commissioni?

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  • Pubblicato il 05 novembre 2022

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Nel 2014, Robinhood ha sconvolto il settore della tecnologia finanziaria, facendo da pioniere all'idea del trading senza commissioni. Ben presto, molti broker tra cui eToro, Schwab, TD Ameritrade, Degiro e TradeStation, hanno iniziato a seguire questa tendenza.

Nel momento in cui la pandemia COVID-19 ha colpito, i broker online si sono affrettati a promuovere le loro offerte di trading senza commissioni, coi loro annunci pubblicitari che spuntano ovunque. Tutto questo fa sorgere una domanda: come fanno i broker a guadagnare se rinunciano alle commissioni?

Nel primo trimestre del 2022, il noto broker Degiro ha registrato il trimestre più forte della sua storia, con un aumento dei ricavi del 14,2% rispetto al trimestre precedente, raggiungendo 118,1 milioni di euro.

Inoltre, gli utili dell'azienda sono aumentati del 79,5%, passando da 27,9 milioni di euro nel quarto trimestre del 2021 a 51,7 milioni di euro.

Un'analisi più approfondita del movimento del trading senza commissioni rivela che, pur apparendo come una buona idea sulla carta, il trading gratuito può causare un comportamento scorretto da parte delle aziende che ricavano i loro profitti altrove, a volte a svantaggio del cliente.

È anche un segnale che i broker recuperano quasi certamente i costi in altri modi meno trasparenti.

A cosa prestare attenzione quando si apre un conto a zero commissioni

Una maggior fonte di guadagno per i broker esenti da commissioni è il "flusso di ordini".

Il PFOF (pagamenti per il flusso di ordini) è il compenso o le frazioni di azione che una società di brokeraggio riceve per aver indirizzato gli ordini per l'esecuzione delle operazioni a un determinato market maker.

Un investitore si aspetta di ricevere il miglior prezzo disponibile quando effettua un'operazione con un broker. Tuttavia, quest'ultimo può rivolgersi direttamente alla borsa (ad esempio il Nasdaq) in cui si scambia il titolo, oppure servirsi di una società di trading intermediaria per ottenere il prezzo più favorevole per l'esecuzione dell'operazione.

Poco tempo dopo, il trader si accorgerà (non è detto) che alcune delle sue operazioni gratuite potrebbero costargli molto di più se non ottiene il prezzo migliore al momento dell'esecuzione dell'ordine.

E va ricordato, inoltre, che in molti casi le commissioni non si azzereranno del tutto. Alcuni broker applicano ancora commissioni per le operazioni in opzioni e per servizi, come le operazioni assistite dal broker e quelle avviate per telefono, il che potrebbe portare a un risultato netto positivo per loro.

"Non mi sembra che tutte queste aziende cancellino le entrate e non monetizzino su nessuno dei processi di trading", afferma Grant Rawdin, presidente di Wescott Financial. E aggiunge: "La talpa potrebbe trovare un altro buco. La nostra sfida è scoprire da dove provengono i loro ricavi".

Consenso

Per l'investitore al dettaglio, il problema del PFOF sta nella pratica, da parte dell'agenzia di intermediazione, di indirizzare gli ordini a un market maker specifico esclusivamente a suo vantaggio, e non a quello dell'investitore.

Inoltre, i broker esenti da commissioni tendono ad attrarre i trader poco istruiti, con un'esperienza minima o nulla, e che spesso non sanno come pianificare o eseguire correttamente le operazioni. Bisogna fare attenzione a non cadere in questa trappola, in quanto la maggior parte dei trader si trova a contare le proprie perdite.

Anche se i broker senza commissioni possono essere validi per alcuni traders, i conti IRA (Individual Retirement Account) con i broker tradizionali che offrono trasparenza completa sulle loro commissioni possono essere un'alternativa migliore.

"Non sono un fan degli stratagemmi con cui i depositari guadagnano denaro. Penso che questo accelererà l'attenzione sulla trasparenza delle commissioni di servizio nel settore". - Gavin Spitzer, Presidente di Wealth Consulting Partners.